mercoledì 8 ottobre 2014

Dorothy Perkins? No, Dorothy Project

 Chi non conosce Dorothy Perkins?
Io.
O meglio, non lo conoscevo: adesso invece sì, per uno sbaglio, per puro caso. Ho scoperto che trattasi di un brand di oltre cento anni di vita (e salute) dedicato alla moda femminile.
Ho dato un'occhiata ai modelli: niente male, direi.
E' possibile che qualcosa mi sia persa, frequentando altri.
Chissà che non sia il caso di recuperare.
 
Comunque.
Lo spunto mi è propizio per parlare di Dorothy Project.
Che non è un brand, ma un Progetto Europeo.
Ne voglio parlare, perchè è una di quelle cose belle e interessanti di cui nessuno mai fa parola. Si tende a tenerla fra addetti ai lavori.
Ed è male: dovrebbe avere maggiore visibilità.
I cittadini europei dovrebbero sapere che c'è chi lavora per loro, seppure in silenzio.
Dorothy è un acronimo derivato dalla definizione stessa del Progetto, che in lingua suona così: 'Development Of RegiOnal clusTers for researcH and implementation of environmental friendlY urban logistics'.
Nella nostra bella lingua italiana, ciò significa: 'Sviluppo di Cluster regionali per la ricerca e applicazione di una logistica urbana amica dell'Ambiente'.

Devo dire che mi piace questo fatto, di prendere una lettera qui e una lettera là, e farci un nome da ricordare con facilità. Mica le iniziali, che son buoni tutti: delle lettere nel mezzo. Così il nome viene fuori in modo creativo.
Invece di 'Dorothy' poteva venire fuori VOGUE, tanto per restare in tema di moda.
Ed è solo un esempio.

In sostanza, mentre il mondo Europeo continua le proprie lotte politiche e di sopravvivenza, mentre la crisi morde e i cittadini europei, bene o male, tra malumori e gioie e cose di tutti i giorni in fondo alla giornata ci arrivano, un gruppo lavora per il miglioramento della qualità della loro vita.
Focalizzandosi ad uno dei suoi aspetti più importanti: quello della logistica. Urbana, per di più. Cioè, ai "trasporti nelle città"; con tutto il carico che questa espressione implica, a dispetto della sua brevità e semplicità.


Il progetto è teso a sviluppare il potenziale di innovazione e ricerca in questo settore. Partendo dall'analisi dello stato dell'arte in merito alle soluzioni logistiche delle città, ha l'obiettivo di definire delle Linee Guida comuni da adottare come standard Europei, e di creare soluzioni innovative, efficienti e sostenibili.
 



Un Consorzio, composto dall'Italia (Toscana), dalla Romania (Oltenia), dalla Spagna (Regione di Valencia), dal Portogallo (Lisbona e valle del Tago), è al lavoro. Partecipano, in ogni regione, sia Pubbliche Amministrazioni che imprese. Il coordinamento è ad opera della Fondazione per la Ricerca e l'Innovazione, Università di Firenze.

Io vi sono entrata in contatto grazie alla collaborazione con l'Università di Firenze, appunto. Ed è stato un incontro molto interessante. In genere non ho bisogno di motivazioni particolari per fare quello che devo: conosco il valore del lavoro, e il sapore buono che resta in bocca dopo una giornata produttiva.
Ma lavorare in questo ambito, per me, significa ricevere un 'plus' etico.
Che non ha prezzo.
Che volete, per certi versi sono ancora un'inguaribile romantica, a dispetto di anni e anni nei gangli delle officine, tra urli e scioperi, fiducia e inganni, incidenti e performance da star, promesse mantenute e mancate. E luuunghe (o brevi) pause caffè alla macchinetta automatica dietro al magazzino.
 

E se Dorothy Project è una perla da scoprire, altre perle, di respiro ancora maggiore e portata quasi epocale, ancora restano oscure al cittadino indaffarato, o ignavo (come direbbe Dante), o distratto, o semplicemente poco informato.
Alzi la mano chi sa che cosa è H2020, o che cosa vuol dire "smart city". Ma bene però: non ci bastano due parole in croce.
Giorni fa, ho intercettato un programma su RAI Scuola che ne parlava.
Full Stop. Per il resto, vuoto all'orizzonte.
Sarà che poco guardo la TV; sarà che anch'io, sempre in giro per la strada, su, in Veneto, in Emilia, in Friuli, me ne perdo parecchie. Ma era la prima volta che assistevo a una versione divulgativa dei fatti.
Come se quello che bolle in pentola non riguardasse tutti noi, grandi e piccoli.
Come se H2020 e la 'smart city' non fosse di nostro interesse.
E perbacco..

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