Mi è
capitato di recente di parlare con una Società di Servizi mia Cliente
riguardo i reali vantaggi dell’applicazione della Lean Enterprise.
- Non so che
cosa hanno in testa certi imprenditori – mi diceva uno dei soci – quando
iniziano un percorso Lean. Di fatto, puliscono un’area e ne sporcano un’altra.
- In che
senso? – ho chiesto, allarmandomi un attimo
- Minimizzano
le scorte all’interno dei reparti produttivi, che risultano puliti, asettici,
fluidificati. E’ chiaramente visibile. Ma al di fuori, regna il solito caos:
magazzini stracolmi, disordinati. Il MUDA ‘Inventory’ ingrassa.
- Be’, non mi
sembra colpa del fatto che abbiano applicato la Lean. Piuttosto, è che ne hanno
applicato solo una parte. Il più e il meglio, legato al rapporto con i Clienti
e con i Fornitori, non è stato toccato.
- Vero – ha
convenuto il Cliente – e Dio sa quanto bisogno ce ne sarebbe, invece.
Proseguendo
nella discussione, ho poi capito qual era il reale nocciolo della questione.
Non tanto la Lean in sé, quanto il fatto che da quella parola magica ci si
aspetta un po’ di tutto, come fosse una panacea. Per esempio, ci si aspetta che
i Fornitori, in uno schioccar di dita, diventino Lean: ovvero, che la qualità
di quanto forniscono sia quella richiesta, e che quella qualità venga fornita
in tempo, esattamente nella quantità ordinata. E ci si irrita pure, se non lo
sono. Come a dire: noi lo abbiamo fatto, e voi che aspettate?
-
Il punto –
diceva quel socio – sta nei lotti di fornitura. Ne esamini un campione in
accettazione, e trovi che qualcosa non va. Allora li metti da parte, e poi
chiami il Fornitore e glielo dici, e con quello a discutere se se li riprende,
se invece te li tieni tu, eccetera eccetera
- E i lotti
magari sono grandi, vero?
- Come no: centinaia,
migliaia di pezzi
- Il chè non
aiuta
- Per niente.
Il Fornitore
consegna secondo accordi con il Cliente, e lì sta il succo della questione. E’
il Cliente che educa il Fornitore, ormai è chiaro. Se a lavorare bene, o a
lavorare male, dipende. Dalle scelte e dalle occasioni di ambedue.
Ma che cosa
ha a che fare tutto questo con la Lean?
Niente.
O meglio: tutto
questo ha a che fare con la selezione dei Fornitori, con il loro monitoraggio e
con la loro continua ottimizzazione; che adesso impone una riflessione anche
sulla loro condizione di Aziende Lean.
C’è stato un
tempo in cui le grandi Aziende hanno scelto di lavorare sui (o con i) Fornitori
per far arrivare la loro Qualità a un livello accettabile, e poi ottimale.
Alcune hanno fatto il primo passo, altre poi hanno seguito. Adesso, a distanza
di anni e anni, i risultati si vedono. Anche se il livello non è uniforme, e
non in molti casi da noi si può parlare di eccellenza.
La prossima
frontiera, già praticata altrove (qui poco), sarà lavorare con Fornitori Lean.
A costi ragionevoli, con un livello di qualità ottimale, secondo un modello
logistico fluido, puntuale e specifico. Lo squeezing
del Fornitore non sarà più sostenibile, già adesso c’è ben poco da strizzare; ma sostenibili dovranno essere
le performance attese dal Cliente in termini di prezzo, qualità e
puntualità/flessibilità. Ed è qui che entra in gioco la Lean.
Nel migliore
dei casi, i Supplier Developers (evoluzione degli storici SQA o SQE) si
concentreranno sul supportare e condurre i Fornitori verso l’applicazione della
Lean; nel worst scenario, i Fornitori
non lean saranno semplicemente eliminati.
La direzione
è tracciata. E il mercato rema con forza.
A me, non
rimane che sottolineare un punto: cosa vuol dire ‘Fornitore Lean’?
Vivaddio,
non esiste, uno standard a cui riferirsi per giudicare ON/OFF se una certa Azienda è diventata Lean,
né esistono certificazioni di sorta. In virtù del Continuous Improvement o del
Kaizen, che per definizione non si legano a un traguardo, non esiste una meta,
un punto di arrivo raggiunto il quale un’Azienda – e un Fornitore – possono
ritenersi Lean e magari ottenere un bollino.
Un
Fornitore, a mio giudizio, è tanto più lean
quanto più efficientemente e sanamente
riesce a garantire al Cliente le performance richieste; quanto più, quindi,
prospera e cresce insieme al proprio
Cliente; e quanto più, inoltre, tende a migliorare
con continuità, sempre, spingendo i propri sforzi nella direzione di
portargli vantaggi e opportunità ulteriori. La chiave sta nell’averne ben chiare
le necessità, che sono poste direttamente al centro.
Il Futuro?
Di certo; ma anche il presente.
Conviene
prepararsi: non si scappa.