sabato 15 marzo 2014

Io guido da sola (vol.2)



Ricordate che cosa dicevamo qualche mese fa, in Novembre, con l'occasione del Salone dell'Auto di Tokio? No?
Della Mercedes, dicevamo, che lo scorso Agosto ha festeggiato i 150 anni del primo "viaggio" in auto (fatto da Bertha Benz) con la prima "auto che si guida da sola". Se avete voglia, andate a rileggervi il post (http://sandrazanobini.blogspot.it/2013/11/io-guido-da-sola-cavallo-parte.html ).

Bene, adesso è un fatto che la tendenza stia prendendo piede: e se è vero che non abbiamo l'onere della prova, essendo la questione un po' sotto gli occhi di tutti, tuttavia citiamo a riprova ancora un salone dell'Auto, quello di Ginevra (appena concluso). E la "XChangE", l'auto a guida autonoma del futuro che vi è stata presentata dalla Rinspeed.

 Ma prima di addentrarci nel caso specifico, guardiamo un po' di chi stiamo parlando.


Rinspeed è un qualcosa che balza agli occhi. Un Laboratorio di innovazione automobilistica che propone Concept avveniristici studiati con partners di massimo rispetto. Andate al sito web (www.rinspeed.eu) e ve ne toglierete la voglia. Nella home page, con una dichiarazione di intenti più che esplicita la Rinspeed si definisce un creative think-tank and mobility Lab for the Automotive Industry.Where the future is reality - today; seguono una serie di statements ispiratori di Ghandi, John Lennon e Walt Disney puntati direttamente al cuore di chi legge. Mr.Rinderknecht, il fondatore e CEO, ha le idee molto chiare e la passione necessaria a svilupparle, evidentemente.
Foto e video riassumono il lavoro fatto nei 36 anni di vita della Società, e vi assicuro che è un piacere soffermarcisi pur brevemente. A me si sono riempiti gli occhi di meraviglia.

Ogni anno, Rinspeed presenta un proprio Concept al Salone di Ginevra. Giusto come esempio, guardatevi la proposta del lontano 2008: la "sQuba" (http://www.youtube.com/watch?v=6E4q7p6R3Og), l'auto che diventa subacquea. La prima al mondo.
Intendiamoci: non un sottomarino. I film di James Bond, il da molti amato agente 007 cui pure il Concept è ispirato, stanno ancora ben lontani: qui, si va sott'acqua non a tenuta stagna, ma lasciando che l'acqua entri liberamente nell'abitacolo. La tenuta stagna avrebbe comportato un aumento di peso del veicolo di circa 2 ton, che è quanto necessario a farlo restare giù, ovvero a contrastare la spinta in alto della bolla d'aria che resta imprigionata nell'abitacolo; qualcosa di insostenibile. In sostanza, l'auto manca di tettino e quindi, standovi dentro ci si bagna: poco male. Da parte del guidatore e passeggero (è una biposto), bisogna avere l'accortezza di indossare le maschere e collegarsi all'ossigeno disponibile in bombole nell'auto stessa; il resto viene da solo. L'auto ha due eliche che ne consentono il movimento in acqua, ciascuna alimentata da un motore dedicato; la sua guida su strada - o almeno, fuori dall'acqua - è consentita da un ulteriore motore separato.
 


Cose un po' da fantascienza: da film, appunto.

Ma torniamo alla "XchangE".
Quello che balza agli occhi. è l'elevatissimo contenuto tecnologico, ma non bisogna farsi trarre in inganno. In realtò l'auto, pensata sulla base della "Tesla S", ne evolve mettendo l'uomo al centro: la tecnologia è funzionale allo scopo, e non l'obiettivo di per sè. La domanda chiave che Rinderknecht si è posto, cavalcando la certezza che l'auto che si guida da sola sarà a breve sul mercato, è: come deve essere progettato l'interno del veicolo, per far sì che il guidatore. non più impegnato alla guida, faccia un ottimo uso del tempo guadagnato?
La risposta è nel Concept XchangE.
L'interno è innanzitutto confortevole come un salotto di classe extra-lusso; e deriva in qualche modo dalla business class degli aeromobili. I sedili, sviluppati da un'azienda che si occupa anche di medicale (poltrone dentistiche), consentono una ventina di posizionamenti, nella più ampia flessibilità e comodità. L'auto può essere guidata da una persona, oppure "guidare da sola"; il volante si sposta di conseguenza. Gli occupanti hanno davvero il massimo del comfort negli strumenti a loro disposizione per sfruttare il tempo del viaggio, ed è qui che la tecnologia di cui sopra la fa da padrona: puoi ruotare i sedili a formare un salotto, puoi sdraiarti e riposare, spippolare su una qualche tastiera per lavorare o socializzare, guardarti un film. Tanto, a scanso di equivoci e per ogni evenienza, c'è un sistema di back-up per la sicurezza (non fosse mai che un qualche computer di bordo perde la connessione o i dati, e ci sbatte contro un platano - vedi "Film Blu" di Kieslowski, per esempio).



La riflessione che resta, almeno da parte mia, è sul prezzo di vendita: quanto costerà mai questo prodigio, una volta che sarà pronto per il mercato? Le soluzioni adottate sono tanto sofisticate che in pochi, con questi chiari di luna, se la potrenno permettere. La speranza è che, risollevamento del mercato a parte, la corsa simultanea che molte case automobilistiche stanno facendo per arrivare all'appuntamento del 2020 con un'auto che si guida da sola, renda le soluzioni adottate abbordabili per il normale utente.
Altrimenti, il frutto sperato non verrà colto.
E gli sforzi fatti si riveleranno vani. Per tutti.

(NB: io ho anche il problema del mal d'auto, nonostante sia su una media di 50-60mila Km/anno di guida; ma si sa, quando si guida non si soffre, o si soffre solo un po'. E mi chiedo quindi come farei, come farò ad utilizzare quest'auto, o un'altra, ruotando il sedile per formare il salotto, se in treno - il mezzo più innocuo che ci sia, sempre in rettilineo - devo scegliere i posti in direzione di marcia. Che il problema sia solo mio? Mah)





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