domenica 9 luglio 2017

Le regole


 Lo spaccato di estate impone una doccia rinfrescante, di quando in quando.
E così anche Sandrina ieri se n'è andata a fare un tuffo in piscina.

Certo che preferisco il mare. Ma con il fine settimana non è cosa, le strade sono intasate e le code chilometriche. Già ne faccio troppe durante la settimana, dal venerdì alla domenica preferisco non stressarmi. A volte, questo vuol dire essere stanziale e godersi casa. Una specie di lusso.

Comunque.
A bordo piscina è prescritta la cuffia. Scoccia anche me indossarla, ma è un provvedimento igienico e lo rispetto. E poi mica fa piacere essere apostrofati dal bagnino di turno davanti a tutti.
Ma ieri c'era la calca e il bagnino, anzi, i bagnini erano presissimi a scoraggiare i tuffatori e gli schizzatori seriali, quelli che neppure ti vedono e a dispetto dell'affollamento gli pare di essere soli, neppure fossero su un atollo, con tutto che mancano le palme.

Quindi, a bordo piscina c'era un tizio senza cuffia che sciacquettava. A un certo punto si illumina tutto, approccia e si mette a chiacchierare con due silfidi sul biondo, occhiali a goccia e bikini fashion, già nere come la pece a inizio luglio. Le quali la cuffia ce l'avevano, a parte qualche ciocca birichina che spuntava.
Una gli fa, a un certo punto: "E tu la cuffia?"
Lui: "Guardati in giro, ti sembra che la cuffia qui la gente se la metta?"
Io, che origliavo casualmente, essendo a mia volta a bordo piscina, do un'occhiata lunga: ne avessi visto uno senza! Tutti cuffiati. Eccetto il bagnino, ovviamente, che aveva il suo bel daffare con dei bambini ai gonfiabili.
L'altra, che forse aveva guardato come me: " Ma veramente.."
E lui la interrompe. Attacca un pippone sulle regole in generale, e sulle cuffie in particolare. Ci butta un paio di battute salaci (e le due giù a ridere), vira sulle tasse, e ribalta completamente la prospettiva: sono gli altri che non rispettano le regole, non lui. Il fatto che lui non indossi la cuffia esce completamente dalla digressione e dalla discussione. Parla di quanto gli italiani in massa abbiano il vizio di ignorare ogni regola, pontifica su quanto invece accade nei Paesi stranieri, che le regole le rispetti eccome, altrimenti lo vedi che ti succede. L'immancabile discorso sulle tasse in America, che se non le paghi fili in prigione, mica come qui.
E le due che gli pendevano dalle labbra. Che non lo interrompevano. Che non argomentavano. O che forse avevano troppo caldo per mettersi a discutere - e come non capirle, una discussione di principio con 37°C sotto il sole non si augura a nessuno.

Infine, a digressione (o pippone) finita, lo scuffiato saluta e sciacquetta altrove, restando ovviamente senza cuffia. Le due si allontanano, la scena va in dissolvenza.

E a me viene in mente di andare dal bagnino e dirgli di perseguire quel tizio. Di fargli una multa, di cacciarlo via dall'acqua.
Ma poi lo guardo, il bagnino, tutto sudato nella sua canottiera con il logo della piscina, con il fischietto e un nugolo di persone che gli passano correndo quasi sui piedi da infradito, e ne ho una profonda comprensione. Una tenerezza che sa quasi di pena. Grande come quella che provo per i vari inservienti accaldati che ti accompagnano agli ombrelloni, che li aprono e chiudono, che incatenano i lettini neppure sedercisi un po' su fosse peccato mortale di quelli da pena eterna,  hai da pagare per servirtene, cara mia. Ragazzi appena diplomati, o laureati, oppure senza titolo e tanto chi se ne frega, un lavoro c'è da farlo e in estate questa piscina va benissimo, richiama un sacco di gente, lavoro ce n'è, il problema è l'inverno, che c'è meno bisogno di personale e i ragazzi sono fuori, aspettano, cercano e non sempre trovano.

Insomma, questo è il racconto dell'inizio di estate. Un'estate che sarà caldissima e piena di storie