Questo è un post molto serio.
Ho lavorato in Acciaieria per 5 lunghi anni. Sporcandomi le mani in produzione e temprandomi con la sua durezza. Anche se è passato molto tempo, la sua lezione mi è ancora ben chiara.
Fino ad ora mi sono ritenuta fortunata: per una ragazzetta com'ero, quella è stata una ricca occasione per imparare; dura, ma necessaria a farmi crescere sullo stomaco quel pelo che mi ha aiutato negli anni a vivere senza troppi problemi il mondo del lavoro, e a tenermi sempre con i piedi ben in terra, con il senso delle proporzioni e della misura.
Adesso invece mi ritengo fortunatissima. Infatti sono in salute.
Perchè lo stesso, scopro, non è possibile dire di diversi dei miei ex colleghi, che anche più di me, hanno speso anni intensi, duri e magari poco gratificanti in quella stessa Acciaieria.
Lo scopro adesso, con raccapriccio. Con disgusto. Con un enorme senso di impotenza.
Inizio con F. Era uno dei miei. Un metallurgista esperto, poco più anziano di me, forse una decina di anni. Già da tempo è mancato: asbestosi. Per i non addetti: la malattia dell'amianto.
Continuo con P. Era diventato uno dei miei: un laminatore esperto, poco più anziano di me, probabilmente più giovane di F., ma anche così non fosse non importa. E' mancato pochi di mesi fa dopo due anni di sofferenze: un doppio tumore, al cervello e ai polmoni.
Finisco con B. Non era uno dei miei, ma un Soffiatore. Chi è del mestiere sa cosa vuol dire: addetto alla lavorazione primaria che trasforma la ghisa in acciaio (Convertitore). Anche lui, un tumore. In attesa di una cura sperimentale, non ha fatto in tempo a provarla.
Non sono i soli che hanno subito questa sorte.
L'elenco potrebbe continuare.
Non so in quale misura il lavoro in Acciaieria può aver influenzato le loro sorti. Nessuno ovviamente ha pensato a comunicarmelo, visto che io non sono nessuno e non ho nessun titolo. Però so di alcune persone che, presentando un'opportuna documentazione sullo stato di servizio, hanno ottenuto il pensionamento anticipato e sono riuscite ad avere vantaggi economici supplementari.
Persone ancora in salute.
Ciò mi fa pensare.
Il padre di una mia amica, ormai anziano ed ex operaio in quella stessa Acciaieria, ha penato per anni con tumori di vario tipo alla vescica, mai completamente risolti. Tuttavia è ancora vivo, pur nelle difficoltà. E grazie al cielo. Gli specialisti cui si è rivolto nel tempo glielo hanno detto chiaro: potrebbe entrarci il suo lavoro. Eccome.
Allora, io dico: vergogna. VERGOGNA.
Questo è un post molto serio. Lo ripeto.
E' dedicato a F., a P., a B., al padre della mia amica, e a tutti quelli che come loro hanno sofferto.
Io non sono nessuno ma di loro mi ricordo.
Sarebbero nomi da urlare. Mi unisco alla vergogna anche per gli anni "intensi, duri e magari poco gratificanti".
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina