martedì 19 agosto 2014

Storia di V..


V è una bella persona, calda ed empatica.
E poi è un'ottima professionista. Ho toccato con mano e posso testimoniarlo.
Per cui mi fa piacere parlarne qui, sul mio blog.



V è titolare di un'agenzia ed ha un socio. Sono affiatati ed è bello vederli lavorare assieme; o almeno, per me lo è stato.
V inoltre ha un marito e due bambini. Vi si dedica, e come molti ha una rete di supporto che le consente di lavorare, e intensamente, senza che nessuno ne risenta troppo.
La sua giornata è scandita da turni ed impegni di precisione millimetrica; ha però delle Jam Sessions - così le chiama - in cui si chiude fuori dal mondo, al riparo, e creativamente elabora le mosse successive, gli sviluppi che vorrebbe, i piani per i futuro.
Che poi discute e condivide con il socio.
"Sempre", sottolinea. Il patto è sacro.



Nel momento in cui vi sono entrata in contatto stavo pensando al mio business e alla struttura che intendevo dargli; per cui era importante confrontarmi, valutare, riflettere. Così, ho chiesto a V come è iniziata la sua attività, e come ha fatto le proprie scelte (socio, momento, linea di business: il primo, in particolare).
Le si sono illuminati gli occhi.


Oltre 10 anni fa, entrambi lavoravano per un'agenzia. Non per la stessa, però. Erano entrati in contatto per contiguità lavorativa e vi erano rimasti per affinità elettiva (le parole sono testuali). Più volte l'avevano buttata lì: "E se ci provassimo da soli?", lasciandosi andare con l'immaginazione a progettare un ufficio giusto fuori città, con un pochino di verde attorno; ma poi non ne facevano di nulla. Era come un bel sogno che stentasse a decollare.
E d'altra parte, volendo, non c'erano ragioni immediate che spingevano; per entrambi il lavoro c'era e non stavano affatto male, là dov'erano. La crisi, per intenderci, era di là da venire.
Però.
Però il desiderio restava. Continuavano a parlarne.


"Un giorno" mi ha confidato V "presi in mano la situazione. Noi donne decidiamo, c'è poco da fare. Gli dissi: ci vediamo al bar X alle Y in punto, vieni con l'agenda che faccio sul serio".
Così, si videro, decisero la data delle dimissioni, e cominciarono di fatto quel sodalizio che dura anche adesso.
Fu indubbiamente una decisione azzeccata.

Noi donne decidiamo, c'è poco da fare.
Questa frase mi risuona nelle orecchie.
Bella. E certo per V,in quel caso, vera. Ma non vera in assoluto. Nel mio mondo non sono le donne che decidono, ma gli individui. Cui a volte capita di essere donne, e a volte no.


Ognuno, d'altra parte, gestisce se stesso. Assumendosene la responsabilità in toto. Niente di più c'è da aspettarsi o chiedere, lo so; ma è bello che nel cammino professionale qualcuno ci accompagni, costruire qualcosa insieme.
Ed è questa la riflessione, il mio personale auspicio per me stessa, con cui chiudo questo seconda storia professionale. Una storia positiva.




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